Anche Chernobyl può cambiare: dal nucleare al solare
Sono in via di conclusione i lavori di realizzazione dell’impianto fotovoltaico che sorgeràa circa un centinaio di metri dal “sarcofago”.
E’ dello scorso luglio 2016 l’idea del Ministero dell’ecologia ucraino di rivitalizzare l’area interessata dal disastro di Chernobyl del 1986 utilizzandola come un enorme impianto per la produzione di energia rinnovabile.
Il terreno interessato dall’impianto si trova nel cuore della tragedia del 1986 che continua ancora oggi ad interessare un raggio di quasi 30 km da quel che resta della centrale nucleare impattando l’area con radiazioni almeno per i prossimi 24 mila anni.
L’IMPIANTO. L’area è ancora connessa alle principali città del Paese con le linee di trasmissione ad alta tensione un tempo usate per distribuire l’elettricità ricavata dalla centrale, e questi collegamenti possono essere ancora sfruttati. Ora uno dei progetti, quello proposto dalla compagnia ucraino-tedesca Solar Chernobyl, è stato quasi terminato.
Il parco fotovoltaico sarà di un megawatt di potenza e il costo complessivo sforerà di poco il milione di euro.
Dista poco più di centometri dal “sarcofago”, il massiccio guscio di acciaio e cemento eretto attorno al reattore numero 4, creato per arginare la contaminazione nucleare nella cosiddetta zona di esclusione (l’area nel raggio di 30 km dalla centrale).
L’estensione del parco è di 16 mila metri quadrati e comprende 3800 pannelli solari fotovoltaici: una volta a regime produrrà energia sufficiente ad alimentare 2000 case, l’equivalente di un villaggio di medie dimensioni.
I pannelli non sono direttamente posti sul terreno, ma su lastre di cemento, questo in quanto è ancora “avvelenato” il suolo: non è sicuro scavare e il sarcofago ha ridotto la radioattività a un decimo dei livelli precedenti, senza però eliminarla del tutto.
Intanto i lavori continuano: ci sono altri 25 km quadrati resi disponibili dal governo ucraino per ulteriori sviluppi di questo tipo, e una sessantina di progetti in gara per aggiudicarseli. Due aziende cinesi sono già partite per costruire una centrale fotovoltaica da 1 gigawatt.
L’obiettivo è ridare a Chernobyl un senso, un significato e trasformare una tragedia umana ed ambientale in un simbolo del rispetto dell’ambiente e di lavoro possibile. Una ripartenza della storia a Chernobyl, la dove tutto si è fermato oltre 30 anni addietro.